AL CINEMA: The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes

THE TUNNEL TO SUMMER, THE EXIT OF GOODBYES di Tomohisa Taguchi. Con (voci) Oji Suzuka, Marie Iitoyo, Rikiya Toyama, Seiran Kobayashi. Giappone, 2022. Animazione.

Tratto dall’omonimo romanzo illustrato di Mei Hachimoku, The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes ha vinto un Paul Grimault Award e un Annual Award, e ha ricevuto altre due nomination. Il liceale Kaoru Tonu scopre vicino alla cittadina di campagna in cui vive il Tunnel Urameshi: secondo le leggende, chi lo attraversa vedrà esaudito ogni suo desiderio, al prezzo però di poterne riemergere solo dopo cento anni. Kaoru ha un ottimo motivo per attraversare il tunnel, ma altrettanto sembra avere Anzu Hanashiro, nuova ragazza in città, l’unica persona che conosce il segreto.

Tomohisa Taguchi sembra specializzato negli adattamenti, nel condensare in film serie di successo (Digimon e Bleach tra le più famose) o videogiochi, avendo curato tra le altre cose le cutscene animate della serie Persona. Si aggiunge alla sua collezione anche The Tunnel to Summer, the Exit of Goodbyes, il light novel (più o meno romanzo teen illustrato) di Mei Hachimoku.

L’adattamento è praticamente identico al materiale originale, in una trasposizione 1:1 che non lascia spazio ad alcun tipo di reinterpretazione, a partire dai disegni modellati su quelli di Kukka che ha curato le illustrazioni per Hachimoku.

La storia è grossomodo quello che ci si potrebbe aspettare, un dramma romantico in salsa fantasy che un po’ pesca dal folklore nipponico (il tunnel prende il nome da Tarō Urashima, il pescatore che nella leggenda fu invitato a un banchetto nel Palazzo del Drago in fondo al mare, solo per scoprire che sulla terraferma erano passati cento anni), un po’ strizza l’occhio ai paradossi temporali e alle realtà alternative che sono di moda nella fiction fantastica recente.

Soprattutto, però, il film di Taguchi rivela senza neanche nasconderli più di tanto i pesanti debiti, anche visivi e stilistici, verso il cinema di Makoto Shinkai, in particolar modo Your Name, tentando di ricalcarne gli elementi più riconoscibili e di successo. L’unico risultato, però, è quello di organizzare un confronto impietoso, dal quale The Tunnel to Summer finisce con l’emergere solo come una brutta copia piuttosto banale.

La trama prosegue senza alcun guizzo creativo, la storia d’amore tra i due protagonisti si sviluppa come da copione, col ragazzo in lutto che deve imparare il distacco prima di ricominciare a vivere e la bisbetica che sarà inevitabilmente domata come da classico shakespeariano, gli elementi fantastici intervengono come da programma, tra colloqui catartici coi morti e l’amore che supera le barriere del tempo.

C’è poco o niente in The Tunnel to Summer che non si sia già visto altrove, e perlopiù fatto meglio, e il film non riesce mai a catturare del tutto il pubblico, limitando notevolmente anche il proprio impatto emotivo scegliendo sempre la sicurezza della via già battuta.

Non bastasse un materiale di partenza già piuttosto scarso, ci sarebbe da aprire una parentesi sull’orrendo adattamento italiano, che ormai non si sforza neanche più di mascherare un lavoro arraffazzonato con inascoltabili traduzioni letterali di espressioni idiomatiche in stile Google Translate.

Indubbiamente con Your Name Makoto Shinkai ha inaugurato una nuova era per il genere del fantasy romance adolescenziale, ma se si vuole un degno epigono, meglio cercare altrove.

TITOLO ORIGINALE: Natsu e no tonneru, Sayonara no deguchi

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