DISNEY+: I tre caballeros

I TRE CABALLEROS di Norman Ferguson, Clyde Geronimi, Jack Kinney, Bill Roberts, Harold Young. Con (voci) Clarence Nash, José Oliveira, Joaquin Garay, Frank Graham. USA, 1944. Animazione.

Settimo classico d’animazione Disney, I tre caballeros ha ricevuto due nomination agli Oscar (Miglior sonoro, Migliore colonna sonora originale) e una al Leone d’Oro. È il compleanno di Paperino, e per l’occasione gli arrivano regali da tutto il mondo… anche dal Sudamerica, da cui viene a visitarlo l’amico José Carioca, insieme a una nuova conoscenza, Panchito Pistoles dal Messico. I tre insieme si faranno chiamare i tre caballeros, e partiranno alla scoperta di nuovi posti meravigliosi.

Il successo di Saludos Amigos era stato travolgente, tanto da convincere il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti d’America a investire ancora su Walt Disney e i suoi studios per portare avanti quella politica di buon vicinato col resto dell’America che, con ogni evidenza, a Disney riusciva molto meglio che a loro.

Alle prese con un nuovo progetto che faccia da ponte tra le due (tre, stavolta) Americhe, Disney sfrutta la stessa struttura del precedente Saludos Amigos, e mette in lavorazione un film antologico che esplori aspetti geografici, culturali e di costume di vari paesi di Centroamerica e Sudamerica, utilizzando sempre il simpaticissimo Paperino come improbabile ambasciatore del nord.

I tre caballeros riporta in scena il José Carioca di José Oliveira, ma abbracciando anche l’America Centrale crea un nuovo personaggio in Panchito Romero Miguel Junipero Francisco Quintero González III, per gli amici Panchito Pistoles, decisamente meno popolare dell’immediato predecessore ma comunque a suo modo iconico, un simpatico concentrato di stereotipi che brilla in carattere.

Tra i personaggi secondari, invece, spunta per la prima volta l’Aracuan, pestifero uccello dall’inimitabile richiamo che tornerà a tormentare la famiglia Disney in molti altri progetti, a partire da Lo scrigno delle sette perle di quattro anni più tardi.

Con mezz’ora in più di durata rispetto a Saludos Amigos, si moltiplicano gli episodi ma si rafforza al contempo la cornice narrativa, con Paperino che festeggia il compleanno e scopre le singole storie autoconclusive via via che scarta i regali: dal già citato Aracuan a un pinguino che non ne può più del freddo, da un asinello volante a una piñata particolarmente battagliera, la parte propagandistica lascia spazio al gusto per l’animazione in quanto tale, riprendendo lo spirito delle Silly Symphonies e avvalendosi di un’ambientazione esotica.

Dove il film eccelle, invece, è nei segmenti di animazione mista, che vede i tre caballeros ballare e cantare con artiste del calibro di Aurora Miranda e Carmen Molina, in un’integrazione pressoché perfetta di disegni e riprese dal vivo che pone le basi per futuri lavori degli studios come I racconti dello zio TomPomi d’ottone e manici di scopa e, ovviamente, Mary Poppins.

Ancora una volta, Disney centra l’obiettivo, e I tre caballeros cementa le relazioni tra le Americhe meglio di quanto riuscisse a fare all’epoca (?) la diplomazia ufficiale. Stavolta, però, si lascia più spazio agli animatori e alla loro strabordante fantasia, e il risultato è un film che sperimenta volentieri con nuove tecniche d’animazione, trovando punte d’eccellenza che non ci si aspetterebbe nei film antologici del periodo bellico. Da riscoprire.

TITOLO ORIGINALE: The Three Caballeros

Lascia un commento