PREMIUM CINEMA ENERGY, 06.35: Wishmaster 2 – Il male non muore mai

Wishmaster 2 - Il male non muore maiWISHMASTER 2 – IL MALE NON MUORE MAI di Jack Sholder. Con Holly Fields, Andrew Divoff, Chris Webber, James Staszkiel. USA, Russia, 1999. Horror.

Sequel di Wishmaster – Il signore dei desideri di Robert Kurtzman, Wishmaster 2 – Il male non muore mai è l’ottavo film di Jack Sholder. Una rapina in un museo finisce male al momento in cui i ladri vengono scoperti, e durante la sparatoria che ne deriva una guardia rimane uccisa, ed alcuni reperti vengono distrutti. Fra questi, si infrange anche la statua della divinità persiana Ahura Mazda che conteneva la Pietra del Sacro Fuoco, un rubino al cui interno risiede un Djinn, antico demone capace di esaudire qualsiasi desiderio e che punta a liberare la sua razza sulla Terra con il compimento di una profezia. Il Djinn, che ha assunto forma umana, viene arrestato per la rapina, mentre la ladra, Morgana Truscott, viene perseguitata da visioni del demone. Essendo stata lei a liberarlo, spetterà proprio a Morgana sconfiggerlo: peccato che il Djinn diventi sempre più forte, e sembri del tutto inarrestabile…

Fin dai tempi dei classici Universal, una legge non scritta dell’horror prevede che qualora un film introduca un mostro (che, come al solito, è sempre il vero protagonista) che fa presa sul pubblico e si guadagna anche una piccola fetta di fan, la realizzazione di almeno un sequel diventi obbligatoria. Non sfuggono alla regola neanche film mediocri (nessuno si spiegherebbe gli undici Venerdì 13 altrimenti), che solitamente hanno il pregio di introdurre almeno un antagonista interessante a scapito di una trama più che pasticciata.

Il Wishmaster di Robert Kurtzman aveva appunto il pregio, all’interno di una trama curiosamente originale per un simil-slasher, di introdurre un cattivo beffardo e sadico come il Djinn di Andrew Divoff, un antagonista brillante e crudele che aveva conquistato tutte le simpatie del pubblico (indubbiamente più delle proprie vittime): la Artisan Entertainment mise quasi subito in cantiere un secondo capitolo, confermando Divoff nel ruolo della versione umana del Djinn, Nathaniel Demerest; manca invece Kurtzman alla regia, e soprattutto Wes Craven alla produzione, e come un’altra creatura di Craven, la serie di Nightmare, il secondo capitolo viene affidato alla regia di Jack Sholder.

Purtroppo, Nightmare 2 – La rivincita si era rivelato decisamente peggiore dell’originale (a posteriori, il peggiore della serie in assoluto), e con Wishmaster 2 – Il male non muore mai l’innato talento di Sholder di rovinare franchise cominciati da altri trova una spiazzante conferma.

Autore anche della sceneggiatura, Sholder si approccia ai personaggi di Peter Atkins nel modo peggiore possibile, e dirige il proprio film dando ben poco spazio alla trama principale (la crociata dell’improbabile rapinatrice in cerca di redenzione e del prete non proprio casto contro il demone imprigiona-anime) e fin troppo ai singoli episodi che vedono protagonista Demerest; se questo stile lascia spazio a singole idee comunque divertenti, legate più che altro al modo contorto che il Djinn ha di esaudire i desideri delle proprie vittime (al solito, molti dei giochi di parole vanno perduti nella versione italiana), il film nel complesso perde di forza e di ritmo, risultando in una sezione principale pesante ed essenzialmente slegata dai toni generali della storia.

Come se la discontinuità narrativa non fosse abbastanza, la sceneggiatura di Sholder presenta imbarazzanti momenti di vuoto, con comprimari che, dimenticati in un groviglio di sottotrame, scompaiono senza lasciare traccia e meccaniche di “evoluzione” dei personaggi assolutamente decerebrate, troppo perfino per gli standard di un genere che normalmente non brilla in quanto a caratterizzazione dei propri protagonisti.

Che si cambino le regole come espresse nel primo film fa parte del gioco, ma i modi in cui ciò avviene, fra profezie, fanciulle dal cuore puro e formule magiche, portano la sospensione dell’incredulità da parte dello spettatore a diventare eccessiva, e la trama si fa fin troppo stupida per poter pretendere ulteriormente l’attenzione del pubblico.

I puerili tentativi di misticismo ed alcune idee decisamente strampalate (le impossibili “acrobazie” dell’avvocato costretto a prendere alla lettera un modo di dire non proprio gentile le batte tutte) non aiutano, e il secondo Wishmaster si pone ben al di sotto del primo, che pure non era certo un capolavoro.

Di valido e divertente rimane solo il diavolaccio gigeriano di Andrew Divoff, che con un sorriso sardonico costantemente accompagnato ad uno sguardo pieno d’odio accompagna con ironia e cattiveria l’intera vicenda. Ma per questo bastava il primo film.

TITOLO ORIGINALE: Wishmaster 2: Evil Never Dies

Lascia un commento