SKY CINEMA CULT HD, 18.25: Cast Away

CAST AWAY di Robert Zemeckis. Con Tom Hanks, Helen Hunt, Nick Searcy, Jennifer Lewis. USA, 2000. Avventura.

Tredicesimo film di Robert Zemeckis, Cast Away ha vinto quindici premi internazionali, ed ha ricevuto altre trentacinque nomination, due delle quali agli Oscar (Miglior attore protagonista a Hanks, Miglior sonoro). Dicembre 1995: Chuck Noland, dirigente operativo della FedEx, finisce bloccato su un’isola deserta in seguito ad un incidente aereo, del quale è l’unico sopravvissuto. L’isola, fuori dalla rotta prevista dall’aereo, è praticamente introvabile, e del tutto deserta. Inizialmente spaesato, Noland dovrà dare fondo a tutte le proprie risorse per sopravvivere. Finalmente, quattro anni più tardi…

Tra i miti fondanti dell’uomo illuminista (e contemporaneo) figura senza ombra di dubbio il Robinson Crusoe di Daniel Defoe, romanzo che esalta l’uomo occidentale, il potere della ragione, la capacità di sfruttare ogni situazione, anche la più disperata, a proprio favore grazie all’ingegno e all’inventiva.

Tom Hanks, volto della Hollywood anni Novanta, ha l’idea di riesplorare il mito alla luce delle incertezze e delle falle che l’ideale illuminista ha mostrato col procedere dei secoli, e per farlo immagina che uno degli infallibili meccanismi a orologeria del mondo moderno, i corrieri espressi che consegnano merci da un continente all’altro, si inceppi. Hanks produce e recita, William Broyles Jr. stende il copione, e la regia va a Robert Zemeckis, principale fautore del successo di Hanks grazie al suo Forrest Gump.

Il nuovo Robinson Crusoe è Cast Away, un film girato non consecutivamente in due anni (nella pausa che permise al protagonista di dimagrire abbastanza da sembrare un naufrago Zemeckis girò il trascurabile Le verità nascoste), due ore di film che riassumono cinque anni della vita di un uomo comune trasportato in un mondo che funziona all’opposto del suo. Chuck Noland (C. Noland, pronunciato come “See No Land”, “nessuna terra in vista”: decisamente appropriato) lavora per la FedEx, valorizza ogni secondo e non si permette un minuto di ritardo: da una vita ricca di risorse ma perennemente a corto di tempo, Noland viene trasportato bruscamente in una situazione in cui il tempo è l’unica risorsa che non manca.

La lunga e faticosa evoluzione di Noland, che da dirigente operativo perfettamente civilizzato deve riscoprire risorse da “primitivo” per sopravvivere e intona Light My Fire dei The Doors per celebrare la scoperta del fuoco, avviene perlopiù fuori dallo schermo, in un time skip di quattro anni che bypassa buona parte delle disavventure del naufrago per ripresentarcelo nella sua forma finale, perfettamente adattato al nuovo contesto ambientale da un punto di vista fisico, ma col cuore ancora straziato dall’isolamento.

Tom Hanks regge il film praticamente da solo, e lo fa egregiamente, riuscendo con i propri monologhi a rendere incredibilmente espressiva perfino la sua sola spalla, un pallone da volley ribattezzato Wilson.

Nonostante le due ore di durata, la narrazione è fluida e appassionante, e a tratti dà addirittura l’impressione di essere quasi frettolosa, con il momento della fuga dall’isola perfino sacrificato (oltre che appesantito da brutte balene in CGI).

Zemeckis scherza col proprio pubblico, e si diverte a inserire qualche auto-riferimento come le mutande CK di Ritorno al futuro e la famigerata Dr. Pepper’s di Forrest Gump, ma non concede niente a una leggerezza che non troverebbe spazio nella narrazione, che vuole delineare un ritratto ben preciso.

Il nuovo Robinson è sì ingegnoso e brillante, ma fragile e perduto, e se trova il modo per salvarsi non è in merito all’esaltazione della propria ragione, ma alla nostalgia dei propri affetti, che fungono da motore attrattivo per riscoprire la via del ritorno.

Con qualche limite evidente nel mantenere costante il ritmo narrativo, Cast Away riesce comunque a imporsi come una parabola potente che parli all’uomo contemporaneo col linguaggio del vecchio, riscrivendone il ritratto aggiornato alle ansie, alle depressioni e alle manie di un mondo controllato dagli orologi. Non certo un capolavoro, ma comunque efficace.

TITOLO ORIGINALE: Cast Away

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